LARGO ARCIDIACONO
Si trova nel quartiere della Madrice.
E' dedicato all'Arcidiacono Gaetano Amico morto nel 1826 all'età di 78 anni.
Questi fu dottore in sacra teologia e in utroque jure e venne insignito dell'alta dignità di Protonotario Apostolico.
Dopo essere stato Rettore del Seminario e del collegio di studio in Agrigento fu Arciprete di Mussomeli dal 1778 al 1809.
Ritornò quindi ad Agrigento ove fu Prima Dignità della Cattedrale perciò Arcidiacono.
Era tanta la stima che riscuoteva per la sua dottrina che Mussomeli lo nominò suo rappresentante alla Camera dei Comuni sorta dopo la costituzione del 1872, qui si distinse tanto che nello stesso anno venne chiamato a far parte del comitato di Polizia del Regno.
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VIA BARCELLONA
Nel quartiere della Madrice una strada è denominata via Barcellona, perchè vi abitava e vi abita tuttora la famiglia Barcellona.
Questa via collega piazza Umberto I° con la chiesa Madre, pertanto questa via può essere considerata uno dei principali punti del centro storico Mussomelese.
Tra i personaggi di questa famiglia spiccò maggiormente il Padre Giovanni Barcellona, nato il 13 marzo 1815 a Mussomeli e morto il 25 gennaio 1872 sempre a Mussomeli.
Questo personaggio si distinse per la sua dote nel poetare.
Compì i primi studi a Palermo ed imparò lettere e filosofia presso i Gesuiti, e giurisprudenza all'Università.
Abbracciò la carriera ecclesiastica nel 1842.
Tra le opere poetiche ricordiamo La Metamorfosi di Nettuno o meglio come veniva detto in gergo "Pietro e Paoli".
Le sue poesie dopo la sua morte sono state pubblicate da Antonino Tomasini.
Altra manifestazione dell'attivita' letteraria del Barcellona fu la corrispondenza con quei conterranei che fuori Mussomeli si erano distinti nei vari campi del sapere, come Padre Giuseppe Messina, il domenicano Gaetano Cicero, il gesuita Antonio Langela, il notaio Antonio Tomasini, l'Architetto Salvatore Costanzo.
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VIA BIONDOLILLO
E' una via che si trova nel centro storico del paese, nei pressi del Santuario della Madonna dei Miracoli.
E' dedicata a uno dei più illustri Padri Domenicani di quei tempi, morto a 83 anni il 29-12-1795 : Vincenzo Biondolillo, uomo di somma cultura nella Teologia Dogmatica e nel diritto Canonico.
Fu tra i massimi religiosi al seminario di Agrigento, che era allora uno dei centri più prestigiosi di cultura umanistica, filosofia e teologia di Sicilia, e insegnò nel Collegio Universitario chiamatovi dall'illustre Vescovo Gioeni.
Fu professore nella nascente Università Statale di Palermo e alla sua scuola accorse nel 1740 il celebre Giovanni Agostino De Cosmi.
Fu onorato da cariche insigni dai Vescovi di Agrigento e di Caltanissetta e dai superiori del suo ordine.
Sotto il suo Priorato avvengono fatti importanti che dimostrano le superiori qualità di governo oltre che di indiscussa cultura di cui era dotato.
Ottenne il 2-4-1771 il decreto di costituzione della biblioteca che fu la prima, ed è ora la Biblioteca Comunale di Mussomeli.
Fece eseguire l'altare maggiore in marmo da Pietro Allegra da Palermo (disegno di Nicolò Peralta) per la Madonna dei Miracoli.
L'abilità e il prestigio di cui godeva questo religioso evitarono gravi disordini quando il Governatore Giuseppe Caracciolo, a nome del comune fece regolare consegna della Statua della Madonna dei Miracoli ove si trovava nel 1743 per lavori di restauro.
Il vescovo Gioeni dispose che la statua fosse consegnata ai Domenicani.
Il Governatore Caracciolo senti come offesa la decisione del Vescovo, seguì un tumulto popolare : il momento era assai critico, perchè cominciarono a procurarsi le armi.
Il Priore Biondolillo al momento opportuno con "fatto" a zelo apostolico ammonì pubblicamente il Governatore di doverne dare conto al Tribunale di Dio.
Questa ammonizione, su quella massa furibonda, passò come una doccia fredda.
Il tumulto cessò per incanto, e la statua potè essere portata alla sua sede.
In detta controversia il Padre Biondolillo venne ad una transizione di prudenza tanto accetta che il Principe di Trabia gli scrisse una lettera di compiacimento, anche perchè gli fu alleviato un intervento, e una decisione assai incresciosa.
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VIA PADRE BONAVENTURA BONFANTE
La via Bonfante si trova nel quartiere del Carmelo.
E' dedicata ad un sacerdote che si distinse per le sue virtù religiose : Priore Bonavenrura Bonfante dell'ordine dei minori osservanti.
Egli nacque il 2 Novembre 1804, a 17 anni indossato l'abito monacale, si recò a Palermo.
Gli venne affidato il titolo di Commissario Visitatore Generale, nel 1869 fu nominato Rettore del Collegio di San Rocco, incarico che lasciò dopo un anno con grande rammarico dei giovani che tanto lo amavano e stimavano.
Al convento di Sant'Antonio era un continuo affluire di fedeli, ricchi e poveri, che volevano da lui essere confessati e consigliati.
Quando scoppiò il colera nel 37 portò conforto ai poveri ammalati dando prova di alta pietà, ed il Governo gli conferì la croce di Cavaliere.
Nel 1860 Garibaldi volle conoscerlo.
Padre Bonaventura fu componente del tribunale di Monarchia.
La modestia non gli permise di accettare altri incarichi, ne di fare pubblicare alcune sue poesie.
Morì il 26 febbraio del 1893.
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VIA LA RIZZA
La via la Rizza è una via che collega la Piazza Roma con il quartiere del Porticato.
E' dedicata ad una illustre famiglia originaria di Raffadali, stabilitasi a Mussomeli nel secolo XVIII°.
Diversi membri di questa famiglia hanno partecipato alla vita pubblica del paese, in genere come giurati o sindaci.
Da ricordare Don Giuseppe la Rizza.
Egli fece costruire la casa gentilizia in via la Rizza facendola decorare dal valente artista Palermitano Giuseppe Meli.
Continuò la sua opera il figlio Alessandro e dopo di lui gli eredi hanno sempre continuato le illustri tradizioni della famiglia.
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PIAZZETTA ARCIPRETE LIMA
E' un piccolo spiazzo della via Caracciolo dedicato alla famiglia che vi abitava.
Tra i membri di detta famiglia eccelse il dotto e virtuoso Don Cataldo Lima Arciprete di Mussomeli, ivi morto a 78 anni il 18 maggio del 1878.
Questi era stato prima Rettore del Seminario Agrigentino, Professore di Teologia e Professore in Utroque Jure.
E' bello ricordare di lui il seguente aneddoto :
Trovandosi un giorno a Palermo entrò all'Università; gli studenti accortisi di lui risero a lungo della sua bruttezza, ma lui sereno e superiore alla circostanza continuò ad ascoltare il dibattito sull'argomento in corso, visto come non riuscivano ad esplicare il caso si avanzò alla cattedra e
con capacità spiegò tutta la questione a tal punto bene che gli studenti entusiasticamente lo sollevarono e lo portarono nell'aula magna.
Molto numerosi furono anche gli esempi di carità che si ricordavano a favore dei poveri della parrocchia.
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VIA GIACOMO LONGO
La via Giacomo Longo si trova nel quartiere dell'Ospedale vecchio", è dedicata a Giacomo Longo, fondatore dello stesso ospedale.
Questi era nato a San Giovanni Gemini da Vincenzo Longo e da Grazia Nigrelli di Mussomeli.
Perduti in giovane età i genitori, fù educato dallo zio Sac. Don Pietro Nigrelli e conseguì la laurea in giurisprudenza.
Entrato in possesso di una cospicua eredità vicino alla morte manifestò il desiderio di fare testamento e di destinare gran parte delle sue sostanze per la fondazione di un ospedale.
La sua buona volontà venne condizionata negativamente dall'aggravarsi del male, infatti morì senza lasciare precise disposizioni testamentarie.
Morto il Longo, tutti si rivolsero all'unica erede di diritto: la sorella Suora Domenica, lo zio del Longo riuscì a dimostrare le intenzioni del nipote defunto e ottenne ben 54 salme di terreno nel feudo Realmici, da destinare alla costruzione dell'ospedale.
In seguito le difficoltà aumentarono, perchè alcuni interessati pretendevano che alcuni benefici dell'eredità fossero estesi alla città di Agrigento.
Alla fine prevalsero le ragioni addotte da Don Giuseppe Giudici e da Don Carmelo Sorce, che tutelarono gli interessi di Mussomeli.
Il 21 settembre del 1900 si pervenne alla fondazione dell'ospedale che venne intitolato a Maria Immacolata.
Più tardi venne aggiunto il nome del Longo alla denominazione ufficiale.
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VIA SALVATORE MANCUSO
La via Salvatore Mancuso si trova nel centro storico di Mussomeli e congiunge il Porticato dei Monti con la via Nettuno, che è una piccola salita adiacente alla Piazza Roma.
In questa via c'è l'antica casa della famiglia Mancuso che da sempre vi ha abitato.
Tra i membri illustri della famiglia, troviamo Salvatore Mancuso che si ricorda ancore oggi per aver costruito assieme ad altri un comitato di
difesa e di sicurezza nel nostro paese ai tempi della rivoluzione del 1848.
Ci dice il Sorge nelle sue cronache che la notizia del 12 Gennaio del 1848, aveva scosso tutti i patrioti mussomelesi.
Il 27 gennaio di quell'anno ci fù una dimostrazione di civili e di popolani armati con a capo Salvatore Mancuso e Salvatore Sorce.
Il corteo precosse le vie principali del paese, portando in trionfo il busto di Pio IX° mentre le campane suonavano a strorno, la gente gridava"Viva la rivoluzione, Viva Pio IX°, abbasso i Borboni".
Poi dopo essersi recati tutti alla chiesa Madre, dove il sacerdote G. Nigrelli arringò la popolazione col fucile in mano, proseguirono per la casa comunale dove fù issata la bandiera tricolore che il suddetto Mancuso teneva pronta da tempo.
Istituì la Guardia Nazionale, e quì che Don Salvatore entrò in campo con tutta la sua autorità che gli derivava dall'essere stato un ufficiale dell'esercito napoletano.
Egli organizzò cinque compagnie di militi, e li guidò con il grado di Maggiore.
Fece addestrare le compagnie all'esercizio delle armi, e alle marce nei dintorni del paese, anzi per rendere più efficaci le misure di sicurezza fece improvvisare una vera e propria cinta di mura, all'ingresso dell'abitato e per di più vi fece porre a difesa un cannone che avevano forgiato i più abili fabbri del paese.
In seguito con il ritorno dei Borboni Don Salvatore ripose nel fodero la spada, e conservò di nuovo la bandiera in attesa di tempi migliori.
Come si può ben vedere egli e stato un personaggio davvero illustre per la storia del nostro paese, e meritava quindi di essere ricordato.
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VIA PADRE MESSINA
La via Padre Messina si trova nel nuovo quartiere delle case popolari, dedicata al Gesuita grande studioso, nacque a Mussomeli il 6 gennaio 1893.
Iniziò i suoi studi a Messina nel collegio della Compagnia di Gesù e attratto dall'esempio dei suoi maestri a 14 anni entrò nel medesimo ordine quale novizio.
I suoi superiori, al Pontificio Istituto Biblico, notata la potenza del suo ingegno e la grande versatilità del suo carattere lo mandarono a studiare nelle migliori scuole europee.
Si laureò il 26 giugno 1928 all'università di Berlino.
Produsse opere preziose nel campo della Storia delle Religioni e delle Scienze Bibliche.
Compì due lunghi viaggi in Iran, durante i quali diede lezioni di lingua Persiana moderna all'università di Teheran, fù ricevuto anche dall'imperatore e si attirò la simpatia di tutti quelli che incontrava.
Fù un cultore degli studi sulle lingue e civiltà iraniche tanto che nel 1942 l'allora Ministro della Pubblica Istruzione lo dichiarò libero docente di filosofia iraniana all'Università di Roma.
In appena venti anni di lavoro pubblicò tredici libri scientifici e un gran numeri di articoli divulgati dalle più svariate riviste Italiane ed Estere.
Il suo stile era chiaro e rendeva pienamente comprensibile, anche ad incompetenti, argomenti altamente specializzati.
Nel 1951, poco prima della sua morte, pubblicò l'opera che maggiormente lo onora, il "Diatesseron Persiano", che volle dedicare al Papa Sua Santità Pio XII° il quale ringraziò personalmente con una toccante lettera.
Si spense a Roma il 13 marzo 1951.
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VIA MINNECI
La via Minneci si trova nel centro storico del paese.
E' una via molto antica che congiunge la piazza Roma con il quartiere della Madrice.
Ha questa denominazione per la famiglia Minneci che ivi abitava in un bel palazzo di stile barocco.
Tra i membri illustri di questa famiglia, ricordiamo il Don Giuseppe Minneci, dottore in giurisprudenza il quale discendeva dalla ricca famiglia che si era mantenuta sempre all'altezza della sua posizione.
Lo testimoniano le opere e le istituzioni da essa create, come la chiesa della Madonna di Trapani, la statua e la festività della Madonna del Soccorso che si trova alla Madrice.
Don Giuseppe Minneci fù nella prima metà dell'800 uno dei piu' autorevoli personaggi di Mussomeli.
Egli esercitò una grande autorità nel paese per l'importante carica di governatore della contea che sostenne lodevolmente nei travagliati ultimi anni del periodo feudale.
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VIA MINNELLA
La via Minnella si trova nel quartiere del Carmelo ed è dedicata alla famiglia omonima che vi abitava.
Tra i menbri più illustri di questa famiglia si annovera il dottor Vittorio Minnella.
Egli oltre che nel campo sanitario, dove fù pure molto zelante, si distinse per cariche civili nei momenti in cui il paese ebbe maggiormente bisogno.
Vittorio Minnella fù medico fisico di grande valore con doti illustri, servì il paese per molti anni e fortunatamente alla sua morte, il figlio Giovanni intraprese anch'egli zelantemente la stessa professione, avvalendosi dei consigli del padre.
Morì il 26 novembre del 1871.
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VIA NIGRELLI
La via Nigrelli si trova nel quartiere di San Giovanni ed è una parallela di via Petix.
Prende questa denominazione dalla famiglia Nigrelli.
In questa famiglia spicca l'Arc. Emanuele Nigrelli, il quale nacque il 7 novembre da Nigrelli Salvatore e Lima Carmela.
Dopo aver frequentato la prima scuola aMussomeli, passo' a Palermo a studiare presso i Gesuiti.
Venne ordinato sacerdote nel 1855.
Avendo fatto un elogio funebre del principe di Trabia suscitò tale ammirazione che il Sindaco lo elesse Maestro Comunale.
Nel 1836 fù nominato cappellano della Madrice, poi cappellano della Confraternita del SS. Sacramento.
Il 20 dicembre 1878 veniva nominato parroco.
Fece varie opere e decorazioni nella Chiesa Madre, fece costruire la cappella di S. Giuseppe.
Nel campo civile e morale non ebbe tutta quella influenza che avrebbe dovuto avere per la sua intelligenza e per la sua abilità.
Celebrò l'ultima messa nella sua casa il 9 gennaio 1916, poi restò a letto senza piu' alzarsi.
Morì il 9 giugno 1916.
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VIA PETIX
La via Petix si trova nel quartiere di San Giovanni e prende il nome di una famiglia di bravi artigiani che vi abitava.
Erroneamente c'è chi pensa che la via Petix prende il nome dei Petix venuti da Campofranco che spiccarono per opere di beneficenza e per qualità particolari, come ad esempio la signorina
Giuseppina Petix, che dedicò la sua vita alla formazione di molte fanciulle del rione "Madrice".
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VIA PIETRO PUNTRELLO
La via Puntrello si trova nel quartiere di Sant'Enrico e prende il nome da un contadino poeta che vi abitava: Pietro Puntrello, detto lo "Stuppinu" perche era piccolo di statura.
Fin da piccolo mostrò ingegno vivace e predisposizione per la poesia.
Egli può dirsi un autodidatta poichè gli bastarono le prime nozioni del leggere e dello scrivere per potersi formare una buona cultura.
Il Puntrello abitava in campagna e traeva piacere ed erudizione nella lettura di libri religiosi e di storie di poeti popolari.
Egli stesso compose un poema didascalico-religioso in ottave e in dialetto siciliano. "L'incredulu convertitu" ed oltre a questo, un poemetto di vario metro "Vita di lu galantomu scustumatu" e una "Poesia contra la mala fortuna".
Il Puntrello morì a 51 anni il 23 novembre 1856.
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VIA SACERDOTE SCOZZARI
La via Sac. Scozzari si trova nel rione Dalmazia ed è dedicata al Sac. Salvatore Scozzari, dottore in Lettere, in Teologia è in Utroque Jure.
Ai suoi meriti di uomo di profonda cultura va aggiunta la non indifferente opera storica sul "Santuario e Convento di Maria SS. dei Miracoli (che dedicò al prefetto Giuseppe Sorge).
Morì ancora giovane improvvisamente nel 1917.
Altre pubblicazioni di carattere sociale e iniziative socio-caritative erano tutte espressioni di un apostolato a Gloria di Dio e a vantaggio della comunità.
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PIAZZETTA PASQUALE SORCE
La Piazzetta Pasquale Sorce si trova nel quartiere dei Monti e congiunge la via Scalea alla Piazza Roma.
Pasquale Sorce consigliere di Cassazione, seguendo l'educazione del padre anch'egli Giudice della Corte criminale di Girgenti, crebbe con l'animo infervorato per la giustizia e la magistratura.
Fù Giudice a Villalba, a Naro, a Favara e si distinse per la sua dottrina e per la sua energia.
Mentre era a Naro, Re Ferdinando di passaggio per Girgenti, lo chiamò a se e gli affidò il giudicato di Favara dove c'erano tanti gravi reati da risolvere.
Il 15 marzo 1844 riuscì a sorprendere 5 pericolosi banditi e ad arrestarli.
La notte tra l'otto e il nove giugno,venne fatto segno di un attentato non riuscito, il cui autore non fù mai scoperto.
Per i servizi prestati e per il pericolo corso venne promosso a giudice di Tribunale.
Di promozione in promozione, fù quindi Consigliere di Corte d'Appello e Consigliere di Cassazione.
Mentre a Palermo occupava degnamente questo posto fù colto da paralisi che lo costrinse a ritirarsi a Mussomeli dove morì il 25 maggio 1847.
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VIA VINCENZO SORCE MALASPINA
La via Vincenzo Sorce Malaspina si trova nel quartiere del Carmelo.
Fra i membri di questa famiglia ricordiamo il cav. Vincenzo Sorce Malaspina, questi fù fondatore dell'Orfantrofio femminile che porta il suo nome, fece il Sindaco varie volte sotto il governo borbonico.
Laureatosi in medicina non esercitò mai la professione, avendo preferito dedicarsi all'amministrazione dei suoi beni.
Essendo un uomo colto, arricchì la sua casa di ottimi libri.
Non rifiutò mai di aiutare i poveri.
Per ricompensarlo di tutto il suo operato, gli fù assegnata l'onorificenza di Cavaliere e quando morì il 12 gennaio 1887 gli furono rese solenni onoranze dall'Amministrazione del Comune, dai funzionari del Governo e dal Clero.
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VIA SORGE GIUSEPPE NOLA
La via Sorge Giuseppe Nola si trova nel rione Dalmazia, ed è una parallela alla via Madonna di Fatima.
E' dedicata all'illustre storico autore dell'opera "Mussomeli dalle origini alla feudalita'".
Giuseppe Sorge nacque a Sutera il 23 gennaio 1857 da Carmelo e Crocifissa Nola.
Compì gli studi al San Rocco che era considerato uno dei migliori collegi di Palermo, conseguì la laurea in giurisprudenza.
Fin da giovane mostrò grande interesse per gli studi umanistici ai quali dedicherà tutto il suo tempo disponibile.
Fu prefetto di molte città italiane (Palermo, Venezia, Napoli ecc..) e concluse la sua carriera come direttore generale della Pubblica Sicurezza di Roma.
Svolse tanti ruoli aiutato anche dalla moglie, Carolina Crima che morì giovane, durante la prima guerra mondiale nel periodo in cui svolgeva l'attività di crocerossina all' ospedale di Brescia lasciando un vuoto nella vita del Sorge che si ritirò a Palermo dove morì il 13 febbraio 1937 e dove è sepolto, accanto alla moglie nel cimitero di Sant'Orsola.
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VIA GIOVANNI BATTISTA BONFANTE
La via Giovanni Battista Bonfante si trova nel quartiere dell'ospedale
vecchio, e collega la piazzetta Frangiamore alla via Trieste.
Questa via ha preso il nome dal dottore Giovanni Battista Bonfante appartenente ad una antica famiglia locale.
Il Bonfante nacque nel 1622 e si distinse quale giure consulto.
Egli mantenne sempre la sua dimora a Mussomeli dove esercitò l'avvocatura e disimpegnò l'ufficio di Giudice e di attuario della corte Capitanale.
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PIAZZETTA CAMEROTA
Si trova nel quartiere del Carmelo e congiunge via Diliberto con via Cicero.
Ha preso questa denominazione da una famiglia illustre che vi abitava.
Nella seconda metà del XVII° secolo spiccò maggiormente il farmacista don Mario Camerota nato verso il 1638.
Figlio di questi fù don Paolo, dottore in medicina che sposò donna Anna,figlia di don Saverio Chiaramonte.
Don Paolo fu Giurato nel 1715-16, e morì nel 1737.
Fratello di don Paolo sembra fosse stato don Giuseppe, dottore in legge, che andò a stabilirsi a Casteltermini, dove sposò donna Teodora Tomasino.
Esercitò l'ufficio di Giurato e di Capitano di Giustizia.
Nella metà del XVIII° secolo esistevano a Mussomeli molte figure importanti di questa famiglia, tra cui : il Sac. don Antonio, don Francesco Saverio, Procuratore dell'ospedale e infine don Francesco Cametota, che ottenne alcune terre a Milena con il titolo di Barone di S. Michele.
Oggi a Mussomeli non esiste più nessuno di questa famiglia, in quanto gli ultimi eredi risiedono fuori.
Anche l'antico e pregevole palazzo è stato venduto, demolito e riedificato con criteri moderni.
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VIA CAPODICI
La via Capodici si trova presso la chiesa di San Giovanni Battista.
E' dedicata ad un sacerdote che vi abitava:
Don Filippo Capodici, questi proveniva da Santo Stefano di Quisquina, dove era nato nel febbraio 1811.
A Mussomeli sentì la chiamata al sacerdozio, dopo aver fatto per anni il mestiere di calzolaio, e fù ordinato nel 1857.
A sue spese fece eseguire dal Biancardi l'attuale statua dell'Addolorata.
Morì il 15 agosto del 1896, per suo desiderio la processione dell'Addolorata, che si tiene il venerdi Santo al mattino, è sempre passata per via Capodici.
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VIA COLONNELLO CASTROGIOVANNI
Questa via si trova nel rione Dalmazia e porta il nome del colonnello Eugenio Castrogiovanni.
Il Castrogiovanni nacque a Vallelunga l'8 maggio 1893.
Figlio di Ignazio Castrogiovanni e di Carmelina Turrisi entrambi maestri, si diplomò ragioniere a Palermo.
In famiglia avevano il culto della Patria, erano cinque fratelli e una sorella.
Giovanissimo frequentò la scuola militare di Modena, prima fu tenente, poi capitano.
Il primo a cadere dei fratelli Castrogiovanni fù Alfredo, medaglia d'argento al valore militare.
Poi fù la volta di Achille volontario, 17 anni caduto sull'altipiano di Asiago (I° guerra mondiale ).
IntantoEugenio partecipò a tutte le guerre, da quella di Tripoli a quella D'africa (1936).
In Africa fù ferito alla testa e prese i gas asfissianti.
Nei brevi periodi in cui non vi furono guerre, vinse il concorso di segretario comunale e fù assegnato a Mazzarino.
Nel corso della seconda guerra mondiale, fù mandato a Napoli come istruttore di un battaglione di universitari, poi sulla Sila a guadia della centrale di energia elettrica, che serviva gran parte d'Italia.
Li per una caduta sulla neve ebbe un distacco della retina e subì una difficilissima operazione all'occhio.
Successivamente inviati in Grecia fu preso prigioniero dai tedeschi, con l'inganno, dato che dopo l'armistizio del 1943 gli italiani, fuori dalla Patria erano stati lasciati senza notizie e senza ordini.
Deportato nei campi di concentramento nazisti, sopportò le sofferenze della prigionia.
Essendo ufficiale superiore fu trattato piu duramente degli altri, e soffrì la fame, il freddo e privazioni di ogni genere.
Dopo due anni il 7 aprile del 1945 fù liberato dai Canadesi che ne diedero notizia alla famiglia.
Il 10 aprile mentre viaggiava con altri prigionieri e soldati di liberazione saltò in aria con l'ultimo ponte sul Reno, ai confini dell'Olanda morendo insieme ai suoi compagni di sventura.
I tedeschi in ritirata avevano consumato l'ultimo atto di quella immane tragedia che era stata la seconda guerra mondiale.
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VIA CICERO
Nel quartiere del Carmine si trova una via che prende il nome di una famiglia che vi abitava assiduamente; la famiglia Cicero.
Tra i personaggi di questa famiglia che maggiormente spiccarono, furono tre fratelli : Michele, Salvatore e Gaetano che si distinsero nella carriera ecclesiastica.
Michele e Salvatore furono rettori della chiesa del Carmelo e ambedue furono Vicari Forensi.
Don Salvatore nacque nel 1787 e morì il 19 agosto 1859.
Fù sacerdote di rigidi costumi e di grande pietà, ebbe per 40 anni la chiesa di Maria Santissima del Carmelo.
Il personaggio più illustre di questa famiglia, fù il padre Gaetano Cicero.
Questi fù socio Generale dei Padri Domenicani per venticinque anni, e confidente di Papa Pio IX°.
Per suo interessamento a Roma fece esguire per la chiesa del Carmine, il quadro dell'Epifania dal famoso pittore Oreggià.
Si deve al Padre Gaetano Cicero la stampa degli atti dei capitoli generali dell'ordine, in continuazione di quelli di Padre Fontana.
Morì a Roma nel Convento Domenicano di via S. Sebastiano il 7 gennaio 1888.
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PIAZZETTA CINQUEMANI
Si trova tra la via Paolo Emiliani Giudici e la via Nino Bixio.
E' dedicata al Canonico Professore Giovanni Cinquemani nato il12 febbraio 1841 e morto il 3 novembre 1902.
Fù questi un uomo di grande ingegno e vasta cultura, fù uno dei migliori predicatori del tempo, lasciò varie pubblicazioni .
Essendo di versatile ingegno inventò geniali congegni, come il contatore idraulico, talune carte metalliche idrogeografiche, e specialmente un orologio di nuova forma dalla massima semplicità
da lui chiamato "demorologio".
Con lodevole intendimento lasciò tutti i suoi beni per un erigendo un'ospizio di Carità nei locali annessi alla Chiesa di Santa Maria.
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VIA D'ANDREA
La via D'Andrea si trova nel quartiere di San Giovanni e prende questa denominazione perchè un tempo, vi abitava una famiglia illustre la famiglia D'Andrea.
Tra i membri di questa famiglia spiccò Don Nicolò D'Andrea che fù l'istitutore della funzione della vestizione di un bambino povero nella Chiesa di San Giovanni, nella festa di Natale.
Nello stesso giorno e nella stessa Chiesa, sempre per munifica istituzione del signor D'Andrea, si faceva un sorteggio di maritaggio in favore di una ragazza orfana.
L'uno e l'altro legato, gestiti dal comune, sono venuti a mancare.
Resta solo la vestizione del bambino povero sostenuta dall'elemosina dei fedeli.
Più noto è il padre Girolamo D'Andrea, nato a Valledolmo il 5 marzo1820.
Entrò nella compagnia di Gesù dove conseguì gli ordini sacri.
Poi raggiunse la famiglia a Mussomeli e si dedicò nella sua casa all'insegnamento.
morì il 22/02/1888 a Caltagirone, lasciando fama di grande educatore.
Molti di Mussomeli e di paesi vicini furono quelli che uscirono dalle sue scuole, ricordando il rigido e pur benevolo maestro con amore e riconoscenza, e lo ricorda pure il popolo come sapiente ed efficace
predicatore, specie quando la sua voce poderosa ricordava la legge da osservare.
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VIA DILIBERTO
La via Diliberto si trova nel quartiere del Carmelo, è dedicata al sacerdote Don Nicola Antonio Diliberto.
Nacque a Mussomeli il 18 maggio 1842, fù un sacerdote di fertile ingegno e di apprezzata cultura.
Per i suoi alti meriti fù chiamato ad occupare posti onorifici nella Diocesi di Caltanissetta, infatti fù più volte Segretario di Vescovi e Vicario Generale anche nei giorni del Concilio Vaticano I°, fù sempre consigliere dotto e sapiente del suo Vescovo.
Si deve a lui se Caltanissetta occupò uno dei primi posti nelle opere economiche e sociali quando fece scrivere e mandare la celebre circolare
di carattere sociale del 12 ottobre 1893 invitando i preti a interporsi fra gabellati dei feudi e lavoratori della terra.
L'eco di questa lettera pastorale si ripercosse sino alle lontane Americhe, egli meritò elogi di molti giornali.
Don N.A. Diliberto lasciò varie pubblicazioni di carattere morale e religioso, fra cui il racconto "L'anello d'oro" e "Le lezioni di diritto
pubblico ecclesiastico", raccolse e pubblicò "L'incredulu convertitu" del Puntrello.
Morì a San Cataldo il 30 marzo 1908.
Le sue ceneri riposano nel cimitero di Mussomeli.
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VIA FRANCESCO FRANGIAMORE
La via Francesco Frangiamore si trova presso la Chiesa del Carmine.
E' dedicata ad un poeta illustre di Mussomeli, Francesco Frangiamore.
Egli nacque verso il 1607 da Marco Frangiamore, non visse certo nell'agiatezza, ma potè compiere gli studi che lo resero famoso.
Dalla vita familiare del poeta è noto solamente che sposò Giuseppina Quintana, da cui ebbe una figlia, Caterina.
In quanto agli studi e alle opere che lo resero famoso in Sicilia, si sa che il Frangiamore conseguì la laurea in medicina.
Di lui rimasero le canzoni siciliane che si leggono nelle Muse Siciliane.
Un poemetto noto prende il titolo di "L'Antichissima Marsala Fulminata".
Il Frangiamore morì tra il 1662 e il 1666.
Null'altro c'è stato tramandato alle lacune della storia ha supplito la fantasia del popolo, creando, sul nome di Frangiamore, un racconto che vuol parere storia , ma è solo leggenda: si dice che uscendo dalla sua prigione nel Castello di Mussomeli, da cui evase avventurosamente rimanendo zoppo.
Si consolò scrivendo belle e malinconiche poesie.
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PIAZZETTA SALVATORE FRANGIAMORE
Questa piazzetta è dedicata al famoso pittore Salvatore Frangiamore, si trova nel quartiere del Carmine e congiunge la via Giacomo Longo alla
via Caracciolo e alla via Bonfante.
Egli nacque il 25 marzo 1853, destò la generale meraviglia ed ammirazione per le sue eccezionali attitudini al disegno, tanto che grazie all'interessamento del sindaco Don Giuseppe Giudici, e dei maggiori facoltosi del paese, ottenne borse di studio dal comune e dalla provincia che lo misero in grado di recarsi, nel 1869, a Palermo per frequentare l'Istituto di Belle Arti e, un anno dopo a Roma all'istituto superiore di Belle Arti.
Il giovane Frangiamore cominciò a lavorare per suo conto, aprendo uno studio di pittura a Roma, bastarono pochi anni perche' egli si facesse un buon nome fra i pittori della capitale.
Dipingeva quadri di ogni genere: figure, paesaggi, soggetti profani e religiosi ma dove meglio raggiunse la perfezione fù nel quadro di genere elegante.
Alcuni di questi quadri venivano subito acquistati da amatori italiani e stranieri e riportavano fervidi lodi nei giornali; due di essi "Un Temporale d'Estate" e "Isabella Orsini" furono premiati, inaspettatamente, nella esposizione Artistica Internazionale di Roma del 1883 e nell'esposizione di Messina nel 1900, con medaglia d'argento.
Su commissione della Provincia di Caltanissetta eseguì un grande quadro in cui volle rapresentare "Cicerone ad Enna".
Nel 1911 accettò l'incarico di dirigere l'Istituto di Belle Arti di Campobasso ma la sua malferma salute l'obbligò a lasciare quel posto onorifico per far ritorno nella città eterna.
I suoi concittadini gli dedicarono una lapide nella casa in cui nacque, e a lui dedicarono una Piazzetta.
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VIA PAOLO EMILIANI GIUDICI
La via Paolo Emiliani Giudici prende il nome dal notissimo letterato di Mussomeli.
Paolo Emiliani Giudici ivi nacque da Salvatore Giudici e da Antonina Cinquemani il 3 giugno 1812 in una casa dove sono state apposte due lapidi commemorative.
Fin da giovinetto indossò l'abito domenicano e si occupò di lettere e di arte da Mussomeli passò nel convento do Palermo dove insegnò filosofia ai giovani novizi.
Già a Palermo mentre si dilettava a disegnare, a dipingere, scriveva nel effemeridi scientifiche e letterarie della Sicilia le sue impressioni critiche su Alberto Durer, Vincenzo Riolo, Matteo Stammer, e su altri pittori.
Intollerante della rigida disciplina lasciò il convento, e l'abito di prete.
Sempre a Palermo conobbe il Cav. Annibale Emiliani,un liberale emigrato dalla Toscana, che si affezionò a lui, lo invitò a lasciare la Sicilia per luoghi più liberi e ospitali.
Il giudici pubblicò la "Storia delle belle lettere in Italia", la copia venne data alla stampa nel 1866, e il nome di Paolo Emiliani Giudici si sparse per l'Italia e l'Estero.
Pubblicò in seguiti una traduzione della storia dell'Inghilterra, e poi scrisse tante altre opere.
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VIA LANGELA
La via Langela prende il nome dalla famiglia omonima che vi ha abitato e tutt'ora vi abita.
In questa famiglia vi sono stati prelati, dottori, giudici.
Tra questi Don Nicolò Langela, che ai suoi tempi fù il più ricco proprietario di Mussomeli.
Sposò la vedova di Don Antonino Giuffrida.
Don Nicolò conducendo una vita di lusso, e sbagliando alcune speculazioni, dopo aver sperperato tutti i suoi averi,iniziò ad intaccare la dote della moglie che ammontava a 3429 onze, la donna lo citò in giudizio, e dovette restituire la dote che apparteneva alla moglie.
Don Nicolò, si ravvide e cominciò a ricostruire il suo patrimonio.
(Fonte http://www.mussomelilive.altervista.org)