LA CHIESA DI SAN GIOVANNI Intorno alla sua costruzione la data precisa non è sicura ma ci basiamo su un documento confraternale del 1558, del notaio Giuseppe La Muta, in cui si parla della Chiesa e della Confraternita come una realtà già ampiamente consolidata. Da ciò segue che la chiesa fu edificata in una data anteriore a quella del documento. Uno storico mussomelese il "Sorge" dice che la chiesa di San Giovanni esiste da tempo immemorabile nel quartiere "Casale", quindi si può determinare la sua costruzione tra il 1467 e i primi del 1500 circa, all'epoca, dunque, della famiglia dei "Campo". L'antica Chiesa era ad una sola navata costruita per soddisfare i bisogni confraternali e spirituali. Non riuscendo a soddisfare i bisogni del Casale, perchè troppo piccola, intorno al 1600 la Chiesa fu ampliata cambiando topograficamente forma. Questo progetto venne finanziato dalla confraternita del SS.mo Sacramento di San Giovanni, dai lasciti e dai fedeli. Verso la seconda metà del 1700 il principe Don Giuseppe Lanza, conte di Mussomeli, dispose le riparazioni della volta e del tetto e nello stesso periodo vennero mutate le antiche colonne in pilastri a base quadrata, poi rivestite di stucchi in stile ionico. L'INTERNO - La Chiesa, come si può notare, è molto ampia a tre navate, e nell'armoniosità del suo stile classico spiccano i marmi policromi, gli stucchi e le preziose opere d'arte in essa contenute, come quadri e sculture. E' opportuno evidenziare il maestoso ed elegante pulpito in legno, risalente al 1700, e l'imponente organo a canne la cui parte esterna risale al 1700 e l'interno, costruito dall'organaro Filippo di Blasi, risale al 1811, da non dimenticare, inoltre, è la portantina in legno la cui datazione risale al 1700. Sono degne di attenzione le quattordici stazioni della Via Crucis per il loro valore artistico risalenti al 1700-1800. LA VOLTA E L'ABSIDE - Intorno agli anni 50, la volta, venne rifatta dalla ditta Fraterrigo da Palermo dipinta dal nostro compaesano Salvatore Randazzo (1952-1953). In essa è raffigurata la vita del Battista (l'annunciazione - la predicazione - la visita ad Erode Antipa - la prigionia - la glorificazione), mentre nelle lunette delle finestre sono raffigurati i dodici apostoli, procedendo verso l'abside, il cupolone è originale, decorato con riquadri floreali di grande valore artistico, dipinto da Salvatore Bulgarelli, allievo del Velasquez e le pareti laterali, dal cornicione in giù sono stati dipinti da Giuseppe Sala, il bolognese. Troneggiano in alto alle quattro colonne di stile corinzio, due angeli, uno con la tromba simbolo del giudizio, l'altro con la bandiera simbolo della vittoria sulla morte. IL PAVIMENTO - Il precedente pavimento venne costruito a spese di casa Trabia, intorno al 1804, dove al centro vi era lo stemma principesco. L'odierno pavimento a scacchiera venne fatto nel 1906 per volere del parroco Don Pasquale Mulè, col contributo dei parrocchiani. Sotto il pavimento della navata centrale si trova parte dell'antica cripta che veniva usata per la sepoltura dei defunti, e nelle navate laterali sono presenti altre sepolture. IL PROSPETTO ESTERNO - L'antico progetto prevedeva due campanili, ma non fu possibile per motivi di instabilità, la Chiesa oggi è con un solo campanile, costruito nel 1700 e intagliato dal mastro Mussotto Francesco di Agrigento, nei secoli anche la facciata è stato al centro di modifiche. LA PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI - Era succursale già nel 1581, poi nel 1924 divenne parrocchia autonoma e nel 1958 venne consacrata da Monsignor Francesco Monaco, fanno parte della giurisdizione parrocchiale due chiese: il Santuario della Madonna dei Miracoli, e la Chiesa di Santa Maria di Gesù. Nella Chiesa di San Giovanni è esposto un crocifisso che pare sia stato realizzato da Frate Umile da Petralia, una scultura di San Calogero, una statua dell'Addolorata opera del Biancardi realizzata nel 1875. La chiesa di San Giovanni risale ai primi decenni del 500. Nel 1795 la volta è stata dipinta dal pittore Palermitano Salvatore Bulgarelli, vi sono pure due tele di Fra Felice di Sanbuca che raffigurano la morte del Giusto e quella del Peccatore, il pavimento è stato rifatto nel 1804 con 9600 mattoni della fabbrica Palermitana Malvica, sita in Piazza del Popolo. (fonte http://www.mussomelilive.altervista.org/)